"Cuerdas". Parlando di gioco e disabilità.
Cuerdas
è un cortometraggio animato realizzato
dal regista spagnolo Pedro Solís García che si è ispirato ai giochi tra suo
figlio Nicolás, affetto da paralisi cerebrale come il protagonista, e la
sorella Alejandra.
Cuerdas
è la storia di un’amicizia tra due bambini, è la manifestazione di uno sguardo
d’infanzia, di un atteggiamento ludico che sa
giocare la vita e la disabilità. In una spoglia e normalizzante aula
scolastica, un gioco di sguardi innesca una sorta di “innamoramento a prima
vista” tra Maria e il bambino in carrozzina relegato al fondo della classe, nell’indifferenza
scostante dei compagni e degli insegnanti, senza un banco e senza ausili che gli possano
permettere di partecipare alle attività scolastiche. Attraverso il gioco e nel
gioco Maria coinvolge e rende partecipe e protagonista il bambino che non può
parlare, non può camminare, non può muoversi ma può comunicare attraverso i
suoi occhi, il suo sguardo. A partire dalle difficoltà e dai limiti del suo
compagno, Maria trasforma nel cerchio magico del gioco la realtà, pensa e adatta i giochi da lei amati affinché il
bambino possa parteciparvi. Nel contesto privilegiato del piacere e del desiderio
il bambino con disabilità ha la possibilità di sperimentare abilità
sconosciute, di alleggerire la realtà della disabilità spostando la
frustrazione di non riuscire a fare le cose in uno spazio protetto e più
accettabile, superando e uscendo dall’isolamento a cui va incontro quando si
confronta sempre e solo con i suoi limiti e la sua solitudine.
Il
gioco, come la disabilità, è una possibilità della nostra esistenza, è – dice Fink
– un fenomeno dell’esistenza del tutto enigmatico, polivalente e
multidimensionale e il piacere insito nel gioco non è solo leggerezza ma può
assorbire in sé la profonda tristezza e la sofferenza abissale. Il piacere, in Cuerdas, abbraccia gioiosamente il “tremendo”
della disabilità, il sapere misterico del male, il suo inquietante esserci, la
sua presenza oscura che interroga il nostro senso del limite. E tenendoci
legati alle corde della vita e della morte, proviamo in modo giocoso, una forza
che ci muove. Lo sguardo di Maria trapassa la disabilità per trovare e scoprire,
oltre il limite, la persona.
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