Bambole
Forse
non è un caso che queste immagini mi siano venute incontro e si siano imposte alla mia attenzione
proprio nei giorni del dono superfluo e mercificato, dell’eccedenza di giochi e giocattoli che sovrastimola i
bambini, li distoglie dal loro presente in-finito e li rende consumatori esuberanti
di attimi fugaci. Si regalano sempre più oggetti e cose di cui forse il bambino non sente il bisogno perché abituato a giocare con niente, perchè affascinato dallo stesso identico gioco, incantato nel piacere di reiterare e immaginare nuovamente la stessa storia e capace di godere e meravigliarsi di uno
spettacolo già noto.
Potremmo, allora, scegliere cosa donare ai bambini basandoci sulla
qualità del giocattolo piuttosto che sulla quantità. Le bambole con disabilità potrebbero, a mio
parere, ampliare e arricchire il mondo dei giochi dei bambini, il loro
immaginario, potrebbero educare il loro sguardo per includere un'altra possibilità dell'esserci nel mondo, una condizione dell'esistenza che i bambini sanno accogliere con stupore e curiosità, senza il
pregiudizio basato sulla suddivisione dell’universo, per noi adulti fondamentale, "nelle due metà
rigorosamente, furiosamente contrapposte :
pulito e sconcio
normale e mostruoso
benodorante e fetido
accetto e repellente" (Zolla, 1994, p.19).
La
bambola con disabilità è allora un gioco controeducativo
perché mostra il lato d’ombra e
misterico della vita, perché spazza via la "mostruosa perfezione" di certe
bambole e le strappa alla loro disumana compostezza, come peraltro fanno spesso i bambini quando le privano di un arto, della testa o degli occhi (Scaraffia, 2013). La bambola con disabilità non rappresenta quel modello segreto che i grandi offrono ai piccoli, quel volto sempre uguale e "implacabilmente ligio al dover essere" (ivi, p. 37) in cui il bambino è costretto a specchiarvisi. La bambola con disabilità mostra un altro volto, il volto della fragilità, con cui confrontarsi, con cui immaginare nuove storie e possibilità.
Bibliografia
Scaraffia G. (2013), Infanzia, Sellerio, Palermo.
Zolla E (2002), Lo stupore infantile, Adeplhi, Milano.
Zolla E (2002), Lo stupore infantile, Adeplhi, Milano.
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