The Tribe
Perché
suggerire un film come The Tribe in
questo blog?
Perché
il film del regista ucraino Myroslav Slaboshpytskkiy invita a sostare nei
silenzi e a penetrare nelle crepe di una visione incontaminata o correttiva
dell’infanzia e dell’adolescenza restituita da un sapere pedagogico edulcorato e buonista che
non sa andare al di là di generici appelli moralisti.
Perché
The Tribe, mostrandoci la superficie
epidermica di giovani corpi incandescenti e enigmatici, ci inabissa nella
profondità contradditoria e indissolubile della vita e della morte, dell’amore
e dell’odio. Le immagini, private di ogni parola detta o scritta (non ci sono
sottotitoli, né voice-over), mettono in luce lo splendore gestuale e comunicativo del corpo
nel buio e nel degrado di un istituto e di una società dove vige la legge violenta
e sopraffattoria della banda.
Perché
The Tribe è un film spiazzante che
immerge in una modalità percettiva altra dove forse il primato della parola o
significato si riconnette al colore fonetico, al timbro corporeo e vocale
(Nancy, 2004), è un film disturbante, a volte insostenibile, che coinvolge lo
spettatore in un corpo a corpo con immagini ambigue, mute e sonore che
amplificano il gesto, la violenza, le dimensioni oscure e inscindibili dell’umano.
Per
questo e per altro ancora lo consiglio.
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