La stanza dei giochi



Ortega Y Gasset sosteneva che il teatro è l’altro mondo per eccellenza, un “ultramondo”, un’altra realtà magica e straordinaria dove ci si può concedere un riposo dal “peso dell’esistenza”(Ortega Y Gasset, 2006). In questo senso il teatro è una forma di gioco, forse la più perfetta- secondo il filosofo spagnolo, che consente all’attore e allo spettatore di uscire dal loro mondo abituale e quotidiano per andarsene in una dimensione eccezionale e immaginaria.

La stanza dei giochi  della Compagnia Scena Madre è uno spettacolo che mette in scena il gioco, è un gioco nel gioco. Non solo la scena, ma anche la sala e il teatro divengono un “ultramondo”: il pubblico partecipa ai giochi di Emma e Elio, i due bambini protagonisti sul palcoscenico e insieme a loro si diverte, litiga, perde e vince, inventa, immagina, si traveste, sogna in solitudine. Sostiamo con i due bambini nel tempo in-finito e ambiguo del gioco: nel conflitto, nel piacere, nel travestimento, nella noia, nell’immaginazione creatrice, nella ripetizione che incanta, nella serietà divertita.
La stanza dei giochi è uno spettacolo fatto da bambini ma non solamente per bambini, perché l’infanzia non è solo un’età anagrafica ma quel tesoro nascosto che è in noi, nel fondo della memoria e che il gioco del teatro vivifica e presentifica come “principio di vita profonda, di vita sempre aperta alla possibilità di ricominciare” (Bachelard, 2008).

Lo spettacolo ha vinto il premio Scenario infanzia 2014 e il premio Dallorso per il Teatro 2015.


E’ in scena a Campo Teatrale a Milano.

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