L'equilibrista del visibile. Chi è l'educatore per Alessandro Bergonzoni
«L’EDUCATORE
CHE VORREI è un educatore che fa un altro tipo di formazione. Fa una formazione
interiore poi ulteriore poi esteriore. L’educatore io lo vedo che va negli
asili a raccontare ai bambini che è lì dove si comincia a capire la vita.
Andrei lì per raccontare che esiste anche l’arte, la poesia, che non esiste
solo la realtà, il dimostrabile, l’esperibile, che non esiste solo la scienza
ma esiste anche la coscienza, esiste anche l’invisibile e bisogna cominciare ad
allargare: io lo chiamo “voto di vastità”.
PER
DIVENTARE EDUCATORI bisogna cominciare a diventare, non avere solo bisogno di
aver successo ma far succedere, non avere solo bisogno di essere avvenenti ma
fare avvenire. Questo è un tema spirituale, anche metafisico. Io dico che devi
cambiare non mi far dire valori, non mi far dire cultura, devi cambiare
frequenza. Per me è una questione quantistica, di onde. Se tu emani determinate
onde puoi cambiare e muovere quello che vuoi. Non è che questa rivelazione la
debbano avere solo i geni, solo gli artisti, solo i papi, solo i grandi
politici e condottieri; noi in nuce ce l’abbiamo tutti, e allora dobbiamo
puntare a quella rivelazione lì»
(Dall'intervista
ad Alessandro Bergonzoni a La città del noi - III Appuntamento nazionale per
operatori sociali, curata da Educatoricontroitagli, andata in onda
nella trasmissione “Sig.re e sig.ri il welfare è sparito! Radio Kairos"
del 15/3/2016)
Paul Klee, L'equilibrista, 1923 |
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