Luci blu sull’infanzia: il Centro Agenda per l’autismo di l’abilità Onlus
Oggi,
2 aprile, è la giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo. Come gesto
simbolico di sensibilizzazione e conoscenza di questa disabilità spropositatamente
parlata e erroneamente informata in
molte città del mondo verranno illuminati di blu i principali monumenti.
Noi
vogliamo accendere le luci su un nuovo e innovativo servizio educativo promosso
dall’associazione l’abilità Onlus, il Centro Agenda per l’autismo.
Agenda,Centro Autismo
per l’infanzia è un progetto educativo dedicato ai
bambini con autismo in età 2-7 anni nato con l’obiettivo di offrire loro un
trattamento psicoeducativo per 8 ore la settimana che prevede un intervento
nelle aree neuropsicologica, motorio-prassica, sociale, cognitiva,
affettivo-relazionale, della comunicazione e del linguaggio, dell’autonomia.
La
peculiarità del servizio consiste nell’essere un centro specialistico che
lavora con i bambini e i loro genitori in vista dell’inclusione sociale. Per
questo è previsto un lavoro di rete e intensa collaborazione con tutte le
figure educative e terapeutiche che seguono il bambino, in particolare sono
previsti momenti di osservazione e formazione (Teacher Training) nelle scuole per fornire suggerimenti e strategie
di intervento per tramare un contesto adeguato ad accogliere ed educare i
bambini.
Particolare
attenzione viene data al pieno coinvolgimento delle figure genitoriali, come principali
esperti del bambino, agenti facilitatori (ICF) e attuatori dell’intervento. È quindi
previsto un Parent Training per
sostenere i genitori nella conoscenza dell’autismo e delle sue caratteristiche
specifiche e l’Home Training per sostenere la famiglia in un percorso
di attivazione delle risorse genitoriali e nella ridefinizione della
quotidianità per trovare soluzioni creative e condivise alle situazioni problematiche
senza farsi travolgere, come Sisifo, dal peso schiacciante del dolore e della
disperazione (Micheli, Xaiz, 2011).
Non basta accendere le luci oggi. Dobbiamo recuperare il senso dei gesti e
delle parole, secondo l’invito di Deligny, “perché altrimenti, invece di aiutarci, le parole ci incastrano”
(Deligny, 1978).
Ci incastrano nell’improvvisazione
volontaristica, nel soffocamento buonista, nell’inclusione selvaggia, nella
normalizzazione della diversità, nell’informazione allarmistica, nella
banalizzazione del funzionamento delle
persone con autismo che “da sempre stranieri al linguaggio” (Deligny, 1978) ci
chiedono silenti e imperscrutabili il rispetto e il riconoscimento del loro
modo peculiare di essere, sentire e pensare.
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