VIETATO NON TOCCARE. Al Muba con Beba Restelli
“Conservare
lo spirito dell’infanzia dentro di sé per tutta la vita vuol dire conservare la
curiosità di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare”.
“C’è
sempre qualche vecchia signora che affronta i bambini facendo delle smorfie da
far paura e dicendo delle stupidaggini con un linguaggio informale pieno di
ciccì e di coccò e di piciupaciù. Di solito i bambini guardano con molta
severità queste persone che sono invecchiate invano; non capiscono cosa
vogliono e tornano ai loro giochi, giochi semplici e molto seri”. B. Munari
Questo
pomeriggio ho avuto la fortuna e il privilegio di visitare la mostra “Vietato non
toccare”, in corso al Muba (Museo dei bambini di Milano) fino al 15 settembre
2016, accompagnata da una guida d’eccezione, Beba Restelli, allieva e poi
collaboratrice diretta di Bruno Munari.
Senza
nessun “ciccì e coccò”, Beba ha subito iniziato a giocare con lo stupore e la curiosità
della stagione dell’infanzia, mostrandoci la magia del colore strofinato su diverse
texture: roteava il pastello, cambiava colore meravigliandosi dei disegni che
ci creavano sul foglio. Disegni che ogni bambino può fare senza
il timore della performance, senza la minaccia della valutazione, senza l’imbarazzo
di interpretazioni giudicanti e classificanti.
Anche
noi abbiamo iniziato a giocare seguendo un percorso che invita a togliere le
scarpe pesanti e vetuste dei preconcetti che guidano il nostro esserci e fare in
educazione e ad abbassare il nostro sguardo disciplinante e adultificante per sedersi
per terra, per toccare, scoprire, creare, immaginare, meravigliarsi ogni volta come
fosse la prima.
E
alla fine del percorso avremmo voluto ricominciare perché, come ci ha
restituito Beba, il tempo del gioco è l’infinitudine, è apertura di molteplici possibilità
per trasformare la realtà.
“L’importante è lo
sviluppo delle varie personalità, i bambini sono tutti diversi ed è sorprendere
un operatore vedere lo sviluppo delle personalità individuali. Non si devono
quindi dare ai bambini soluzioni già fatte, ma insegnare a risolvere i
problemi. Non suggerire temi da svolgere ma insegnare a scrivere con proprietà
di linguaggio. Per un operatore è molto importante conoscere ciò che un bambino
può capire e ciò che non può capire. Non trasformare tutto in favola, ci sono
mille modi per interessare e comunicare”. B. Munari
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