Pratiche inclusive della bellezza


“Se il cosmo stesso implica la bellezza, se noi viviamo in un mondo estetico, allora il modo primario di adattarsi al cosmo sarebbe attraverso il senso della bellezza, attraverso la risposta estetica”.
James Hillman

"La disabilità non è una patologia, è una condizione di vita. La disabilità deve essere inclusa nel mondo e quindi anche nel concetto di bellezza".
Carlo Riva

 
 
La bellezza, ci ha insegnato James Hillman (1999), non è soltanto e ingenuamente ciò che è grazioso, piacevole, semplice; la bellezza è uno dei bisogni essenziali dell’anima. Solo nei momenti di bellezza – “nella natura, in un volto, un canto, una rappresentazione, o un sogno” – l’anima è colpita e toccata dall’entusiasmo, dalla passione, dall’amore che possono divenire salvifici per il mondo. La bellezza è allora terapeutica nel senso che ci spinge a prenderci cura della nostra anima e dell’anima del mondo.
Praticare la bellezza, suggerisce Carlo Riva, può divenire una pratica inclusiva per curare l’individualismo imperante delle nostre società e ritrovare il senso di comunità, per accettare la dimensione della fragilità non come minaccia o ostacolo, ma come ricchezza, diversificazione e pluralità delle storie individuali (Zagatti, 2012).
Queste riflessioni vogliono introdurre il progetto FAI "Bene FAI per tutti", ideato e realizzato dall'associazione l’abilità Onlus in collaborazione con la Fondazione De Agostini.
Qui potete vedere un video che racconta l’esperienza di bellezza a cui hanno partecipato tre bambini con disabilità cognitiva a Villa Necchi Campiglio.
 
Il progetto prevede la strutturazione di percorsi adattati e la preparazione di materiali modificati e facilitati per permettere alle persone con disabilità intellettiva di comprendere e partecipare pienamente alla visita al museo. La sperimentazione del progetto Bene FAI per tutti è stata avviata in Villa Necchi Campiglio a Milano e in Villa e Collezione Panza a Varese.
 
É possibile scaricare sul sito www.benefaipertutti.it i materiali predisposti per la visita (testi semplificati e tradotti con i simboli della CAA) per preparare le persone con disabilità intellettiva a vivere l’esperienza piacevolmente e in autonomia.
 
 
 

 

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