Bellissima di Luchino Visconti
"Attenzione,
attenzione. Ci rivolgiamo a tutti i nostri ascoltatori, a tutti i nostri
gentili e affezionati ascoltatori. Attenzione papà, mamme, parenti. La Stella Film
bandisce un grande concorso: cerca una bambina dai sei agli otto anni, una
graziosa bambina italiana. Portate dunque la vostra bambina alla Stella Film,
uffici di Cinecittà, via Tuscolana, km 9. Potrà essere la vostra e la sua
fortuna!"
Tra
la musica altisonante dell’"Elisir d’amore" di Donizetti un conduttore
radiofonico annuncia la ricerca di una
bambina “bellissima” per partecipare al film del regista Blasetti.
L’annuncio
scatena una schiera di mamme agguerrite e decise a far vincere la propria
figlia. Tra di loro Maddalena Cecconi si rivela la più altera, la più pugnace,
disposta a tutto pur di far divenire la figlia attrice. Spende
tutti i suoi risparmi per mandare la bambina a lezione di recitazione e di
danza, per farle confezionare un vestito da ballerina, per andare dalla
parrucchiera e dal fotografo per uno shooting, un casting, diremmo oggi.
È
l’Italia della ricostruzione quella che si specchia nello schermo e la
possibilità di apparire dentro uno schermo poteva significare, negli anni Cinquanta,
una vera fortuna, un’occasione di cambiamento di status sociale. Al di là di
una lettura storica e sociologica è all’infanzia che vogliamo accostarci in
quest’opera in bianco e nero ma per niente datata o desueta perché non così
lontana dalle odierne forme di esposizione mediatica dei bambini. Si pensi ai sempre più numerosi baby talent show che
sovraespongono bambini che si atteggiano da star, che si vestono da grandi, che
esprimono emozioni adulte che non gli appartengono, che vengono sottoposti alle
spietate sentenze della performatività imperante.
La
bambina bellissima protagonista del
film di Luchino Visconti viene imbellettata, addomesticata, rimproverata e costretta
dalla madre a partecipare a un’audizione che si rivelerà un disastro: timida e
impacciata scoppierà a piangere tra le risate dei produttori. Maddalena si accorgerà di aver riversato sulla bambina un suo sogno e di averle imposto ciò che la piccola non desiderava e non voleva essere.
Il
film si chiude con un’immagine poetica e sognante, il volto di una creatura androgina, scompigliata e fluttuante tra la realtà e l'immaginazione, tra la veglia e il sonno.
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