L'importanza dei professori di greco

Il testo che segue va letto immaginando di ascoltare la voce di Paolo Nori, che lo leggerebbe con il suo accento parmense e la sua intonazione scanzonata e cantilenante.

“Dunque i Lidi praticano usanze simili a quelle dei Greci, a parte il fatto che prostituiscono le figlie femmine. E per primi tra i popoli di cui noi abbiamo notizia, avendo coniato moneta d'oro e d'argento ne fecero uso, e per primi anche divennero mercanti al minuto. E i Lidi stessi dicono che anche i giochi che sono in uso ora per loro e per i Greci furono loro invenzione. E dicono che nello stesso tempo questi furono inventati da loro e che essi colonizzarono la Tirrenia, dicendo così riguardo a questi fatti. Ai tempi del re Atis figlio di Mane si verificò una grave carestia in tutta la Lidia; e i Lidi fino a un certo punto trascorsero il tempo resistendo, ma poi, siccome non cessava, cercarono rimedi, e qualcuno di loro escogitava qualcosa, qualche altro un'altra. Appunto allora dunque furono inventati i tipi di gioco e dei dadi e degli astragali e della palla e di
Erodoto
tutti gli altri giochi, tranne gli scacchi: infatti appunto di questi i Lidi non si attribuiscono l'invenzione. E facevano così contro la carestia avendo inventato questo sistema: per uno intero su due giorni giocavano, proprio per non sentire il bisogno di cibi, mentre per l'altro mangiavano concedendosi una pausa dai giochi. In tale modo vissero per diciotto anni. Siccome però il malanno non se ne andava, ma imperversava ancora di più, così dunque il loro re avendo diviso tutti i Lidi in due parti sorteggiò una per la permanenza, e l'altra per l'uscita dal paese, e a quella delle parti sorteggiata per restare là il re mise a capo se stesso, mentre a quella che si allontanava il proprio figlio, il cui nome era Tirreno. E quelli di loro sorteggiati per andarsene dal paese scesero a Smirne e costruirono delle imbarcazioni, nelle quali avendo caricato tutto, quanti per loro erano oggetti utili, salparono alla ricerca di sostentamento e di un territorio, finché dopo aver attraversato molte popolazioni, giunsero tra gli Umbri, dove essi fondarono città e tuttora abitano. E anziché Lidi essi cambiarono nome sulla base del figlio del re, che li guidò: creando il nome sulla base di questo si chiamarono Tirreni.”

Nelle scuole i professori di greco insegnano che questo testo lo ha scritto Erodoto nelle sue Storie. Se non ci fossero i professori di greco uno penserebbe che si tratta di uno scherzo, o di un discorso di Paolo Nori, o di un autore russo tradotto da Paolo Nori, o anche di uno scrittore russo inventato da Daniil Charms e tradotto da Paolo Nori.

Ora però io mi occupo di crittografia per lavoro, e così non so nulla di Erodoto, a parte che ha scritto questo testo, a detta dei professori di greco. E da qualche anno è successo che alcuni che si occupano di crittografia per lavoro hanno avuto l’idea di inventare anche loro una cosa simile alla moneta d’oro, proprio come avevano fatto i Lidi, e questa moneta è una criptovaluta, perché è fatta con la crittografia. Questa moneta si chiama bitcoin, perché la crittografia, che garantisce il valore, la sicurezza, l’equivalente dell’oro, la crittografia è fatta con i bit, come tutta l'informatica, che poi i bit sono solo dei numeri uguali a uno o uguali a zero, mentre coin vuol dire proprio moneta, ma in inglese.

Ma la cosa da non credere, che sembra davvero uno scherzo, come quello di Erodoto, se non ci fossero i professori di greco, è che questa criptovaluta funziona per mezzo di un gioco che questi matti, forse un po’ anarchici, che fanno crittografia si sono inventati, come i Lidi che si erano inventati dei giochi. Il gioco è un puzzle difficile da risolvere, e i computer fanno a gara a chi trova per primo la soluzione, e chi vince trova le monete d’oro crittografiche, che sono i bitcoin.

Da qualche tempo qualcuno dice anche che stiamo attraversando una grande crisi economica, e nella Silicon Valley ci sono scienziati che progettano strumenti per manipolarci, catturando la nostra attenzione con i giochi che creano dipendenza e con i social network, mentre altri studiano come farci cambiare in meglio il mondo e risolvere i problemi dell’umanità facendoci giocare. Intanto quei libertari che fanno crittografia dicono che hanno inventato la criptovaluta, bitcoin, l’oro digitale, e il gioco che la fa funzionare, proprio per risolvere il problema della crisi, proprio come hanno fatto i Lidi che hanno scelto il gioco come strategia.

E allora mi viene da pensare, ma veramente, che in fondo delle storie non m’importa più di sapere se sono vere o inventate. Ma ho capito una volta per tutte, quanto è importante che ci siano al mondo persone come Paolo Nori e i professori di greco.

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