The Florida Project
The Florida Project
(Un sogno chiamato Florida), titolo originale del film di Sean Baker, è un
complesso residenziale che si trova alle porte del parco di divertimenti di
Disneyworld.
È
un luogo sospeso, è una sorta di terra di mezzo attraversato da attori che si
incrociano senza mai incontrarsi e mescolarsi, è uno spazio dove tutto è eccessivamente
colorato, sgargiante, esagerato, ingigantito, cementificato.
In questo luogo senza
tempo e identità spicca la residenza di Magic
Castle. Dalla prima inquadratura del film veniamo messi, insieme a due
bambini, con le spalle al muro di un lilla vistoso e pacchiano, un colore
chiassoso che disorienta e ci conduce in una realtà degradata e ai margini del
sogno americano.
Su
questo scenario ambiguo e discrepante si muovono, corrono, giocano, esplorano,
vivono avventure indimenticabili tre bambini, Scooty, Dicky e Jancey, guidati
dalla loro coetanea Moonee.
Moonee
è una bambina vivace, curiosa, seduttiva, ribelle e riottosa. Vive in una stanza
del Magic Castle con una giovane
mamma che gioca la sua vita ai limiti della legalità. La bambina e la mamma
sono vigilate dallo sguardo paterno di Bobby, manager del residence e, forse, custode
dell’infanzia.
Moonee
è l’infanzia che irrompe sulla scena di un mondo adulto fasullo, infelice,
perverso, ingiusto che si trascina verso i non
luoghi del divertimento. L’infanzia, forse proprio perché non sorvegliata
dallo sguardo adulto, emerge come dimensione viva e autentica che sa occupare
gli spazi e i tempi vuoti dell'estate con la propria immaginazione: crede che un albero crollato
possa continuare a crescere, trasforma metaforicamente e letteralmente una casa
abbandonata.
L’infanzia
sperimenta il contatto con il mondo, le dinamiche, le relazioni, ricerca ostacoli non necessari, il piacere e lo
scontro, la gara e la condivisione. (Significativa a tal proposito è la scena,
che si ripete più volte nel film, in cui i bambini gustano insieme un unico cono
gelato).
Il
gioco dell’infanzia ci regala presente, il presente di un mondo che chiede di
essere riabitato e rivitalizzato dalla natura immaginativa, scherzosa, assorta,
stupefatta, capricciosa, volitiva del bambino in gioco.
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