Riflessioni sull'altalena

Marc Johns


Che tipo di gioco è l’altalena?
Per rispondere a questa domanda crediamo che occorra innanzitutto ritrovare il piacere e l’ebbrezza del dondolio di un’altalena, la bellezza di uno slancio che vivifica e apre alla libertà. La libertà di volare, di andare e venire tra la realtà e l’immaginazione, di fantasticare in solitudine, di spingere o essere spinti dal basso verso l’alto, sempre più su.
E se non sarà possibile salire su un’altalena (non credo sia semplice trovarne una per adulti nei parchi!) potremmo provare a reimmaginare la nostra infanzia e attingere per tramite della memoria dal “pozzo dell’essere” (Bachelard, 2008, p.120) le esperienze oziose e senza tempo sull’altalena. O forse basterebbe alzare lo sguardo dagli schermi ipnotici dei nostri cellulari per osservare, al parco, un bambino in estasi mentre è in volo, il volo magico concesso agli umani.
L’altalena è un gioco di ilynx, direbbe Roger Caillois (2000), un gioco che si basa sulla ricerca della vertigine, del panico voluttuoso determinato dalla rottura della stabilità della percezione e delle emozioni ordinarie: ci si spinge verso l’alto alla ricerca di un attimo di sospensione e sembra che non si tornerà più giù. La vertigine sospende l’ordine per “rivitalizzare il fascino della paura, della distruzione, del chaos” (Antonacci, 2012, p.37).


Wim Wenders, Il cielo sopra Berlino, 1987
L’altalena va avanti e indietro, ha un movimento oscillatorio che sembra scandire il tempo. Un tempo che il bambino vorrebbe fermare per non scendere più dall’altalena, un tempo che lo risucchia nel vortice dell’aria e dell’immaginazione e lo sospinge verso mondi di infinite possibilità.
L’altalena è un gioco di stimolazione vestibolare che, come indica Fröhlich, ci riporta ad esperienze motorie antiche, familiari. La stimolazione vestibolare comprende “i cambiamenti di posizione nello spazio, il dondolio ritmato, i movimenti di salita e di discesa, le rotazioni nello spazio” (2007, p.133). La stimolazione vestibolare consente il rilassamento, favorisce l’attenzione e la concentrazione del bambino sull’esperienza del movimento e permette di muoversi nel mondo.

Luigi Ghirri, Trani, 1986

L’altalena è un gioco individuale, da soli si spicca il volo verso il mondo. 
L’altalena è un gioco per tutti, se pensata e progettata per rispondere ai bisogni di ogni bambino: con seggiolino a gabbia per bambini anche molto piccoli, con schienale alto e cinture di sicurezza per i bambini con ipotonia, con una pedana di accesso per permettere al bambino di salire e spingersi, in autonomia, con una carrozzina.
Queste sono solo alcune idee che si potrebbero arricchire e ampliare se noi adulti non ci dimenticheremo di giocare, se ci scambieremo saperi e competenze per progettare nuove altalene e garantire a ognuno ciò che a ognuno è necessario. Perché l’inclusione non si realizza nell’uniformità e nella convinzione profondamente radicata nella nostra società che tutti debbano fare le stesse cose, ma nel riconoscimento e nel rispetto della diversità di ciascuno.





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