Toy stories. Questo immenso "mundus" infantile


 “Tutti i fanciulli parlano ai loro giocattoli; i giocattoli diventano attori nel grande dramma della vita, ridotto dalla camera oscura del loro piccolo cervello. I fanciulli con i loro giochi testimoniano la loro grande facoltà d’astrazione e l’alta loro potenza immaginativa. Giocano senza giocattoli".






“E i fanciulli che giocano alla guerra! Non alle Tuileries con veri fucili e vere sciabole, parlo del fanciullo solitario che regge o conduce da solo alla battaglia due eserciti. Da soldati possono servire turaccioli, piastrelle da domino, pedine, aliossi; le fortificazioni saranno tavole, libri ecc.; i proiettili, biglie o qualsiasi altra cosa; ci saranno morti, trattati di pace, ostaggi, prigionieri, tributi”.



“Il balocco è la prima iniziazione del fanciullo all’arte, anzi ne è per lui la prima attuazione e, sopravvenuta l’età matura, le realizzazioni perfezionate non daranno al suo spirito gli stessi fervori, né gli stessi entusiasmi, né la stessa fede.
E anche, analizzate questo immenso “mundus” infantile, il giocattolo primitivo, in cui pel fabbricante il problema consisteva nel costruire un’immagine il più possibile approssimativa con gli elementi più semplici e meno costosi possibili: per esempio il pulcinella piatto mosso da un solo filo […].
Credete che queste immagini semplici creino nello spirito del fanciullo una realtà minore che quelle meraviglie del Capodanno, che son piuttosto un omaggio della servilità parassitica alla ricchezza dei genitori che un regalo alla poesia infantile?





“Credo che generalmente i fanciulli agiscano sui loro giocattoli, in altri termini che la loro scelta sia diretta da disposizioni e desideri, vaghi, è vero, non formulati, ma ben reali. Tuttavia non affermerei che non avvenga anche il contrario, cioè che i balocchi agiscano sul fanciullo, soprattutto in caso di predestinazione letteraria o artistica. Non sarebbe da stupire se un bambino di questa specie, cui i genitori regalassero principalmente teatrini perché da solo possa continuare il piacere dello spettacolo e delle marionette, s’abituasse già a considerare il teatro come la forma più deliziosa del bello”.


Qui potete trovare il progetto fotografico Toy Stories di Gabriele Galimberti.
Il testo è tratto da C. Baudelaire, Morale del giocattolo in Rilke, Baudelaire, Kleist, Morale del giocattolo. Tre incursioni nell’immaginario dell’infanzia, Stampa alternativa Nuovi equilibri, 1991, pp.13-26.

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