L’imagination en jeu
Il gioco produce
immagini. E una particolare forma di immaginazione che mi piace chiamare
immaginazione ludica. Lo fa non solo e non tanto perché è creazione di mondi
fantastici, di un universo irreale e irrealistico nel quale far vibrare la
fantasia, una facoltà creatrice e inventiva. Ma più propriamente perché il gioco
è un’attitudine immaginativa, è la capacità trasformativa del reale, è la
limpida facoltà di vedere nelle cose le loro potenzialità inespresse, la loro
seconda natura, il loro doppio, la loro ombra (p.203).
[…] Immaginazione ludica
è la facoltà di cantare la materia, di amarla, di vedere in essa la bellezza e
tutte le sue potenzialità trasformative. È ritmanalisi nella misura in cui
oscilla tra la funzione del reale e dell’irreale e, amando il mondo, lo
intesse, strappa, ricuce. Così la materia seduce il giocatore e si fa da lui
plasmare, riforgiare, penetrare. Così il giocatore trasforma la materia che è
stata riconosciuta e posseduta in un accoppiamento fertile e rigoglioso (p.207).
F. Antonacci, L’immaginazione
ludica come respiro della materia, in F. Bonicalzi, P. Mottana, C. Vinti, J.J.
Wunenburger (a cura di) (2012), Bachelard
e le ‘provocazioni’ della materia, Ilmelangolo, Genova.
La fête à Seillans, 1964 |
La
dernière forêt, 1960-1970
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À propos
de festin, 1973
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Lithographie
unique due aux Surprises du hasard, 1971
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Der könig
spielend Ankopplung Sie die Dame
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Moonmad
Max
Ernst, L'imagination en jeu
47
boulevard de La Croisette, 06400 Cannes
Jusqu'au
28 octobre 2018
Juillet-août
: tous les jours de 10h à 19h
|
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