Federico
L.
Lionni (1967), Federico, Babalibri,
Milano
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«Non voglio applausi, non
merito alloro. Ognuno in fondo, fa il proprio lavoro».
Federico
è un topolino che per lavoro raccoglie raggi di sole, colori e parole. Federico
è un poeta. Un artista, un apprendista stregone che fa magie con le sue immagini
poetanti capaci di trasformare la realtà e creare altri mondi possibili.
Federico
non si preoccupa, come invece fanno tutti gli altri topolini, di cercare e accumulare provviste per il gelido inverno,
ma perde tempo a sognare, meditare, immaginare.
A
vent’anni dalla scomparsa di Leo Lionni vogliamo ricordare il grande autore di
libri per l’infanzia suggerendovi la lettura di questo albo illustrato che ci ricorda la
necessità di non smettere mai di ascoltare e sostare a lungo intorno alle
domande semplici ed essenziali dei bambini e di mantenere uno sguardo infante che si diverte a
osservare il mondo e a coglierne i dettagli e le crepe, a trasformare e animare
le cose e a modificare le relazioni tra esse per restituirci un mondo abitato
dalla poesia, dalla lentezza e dalla bellezza.
«Chi fa la neve, il prato, il ruscello?
Chi fa il tempo brutto oppure bello?
Chi dà il colore alle rose e alle
viole?
Chi accende la luna e il sole?
Quattro topini, azzurri di pelo,
che stanno lassù a guardarci dal
cielo.
Uno fa il sole e l’aria leggera
e si chiama topino di Primavera.
Bouquets profumati…serenate,
ce li regala il topino dell’Estate.
Il topino d’Autunno fa scialli e
ricami
con foglie dorate strappate dai rami.
Il topino d’Inverno, purtroppo si sa,
ci dà questa fame… e il freddo che
fa.
Le stagioni sono quattro. Ma a volte
vorrei
che fossero sette, o cinque, o sei».
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