I bambini ci guardano

F. Lorenzoni (2019), I bambini ci guardano. Una esperienza educativa controvento, Sellerio, Palermo.

“Chi educa, infatti, penso che debba evitare il più possibile di percorrere vie troppo diritte, veloci e già tracciate.
[…] Penso che un’educazione degna di questo nome debba avere l’ambizione di seminare inquietudine e sollecitare curiosità, rompere muri e offrire stimoli e orizzonti larghi, assicurando dignità ai modi di pensare di ciascuno.
[…] Da quando insegno mi capita che, se non capisco bene qualcosa, propongo le mie domande aperte alle bambine e ai bambini e il nostro continuo dialogare su tutto mi ha sempre aiutato a entrare dentro alle questioni, osservarle da diversi punti di vista e approfondirle. 
Al contrario del modo in cui troppo spesso tendiamo ad affrontare i problemi oggi, saltando veloci da un punto all’altro di una rete di segnali e informazioni orizzontali che tutto avvolge, dove prevalgono spesso affermazioni non dimostrate e tweet istintivi e lapidari, penso che la scuola debba essere il luogo della verticalità, dove ci doniamo reciprocamente il tempo di sostare a lungo su un problema, al bordo di domande chiave.
Se da lì non ci muoviamo e ci mettiamo a scavare, dentro di noi e nell’ascolto di chi è vicino e magari coltiva pensieri diversi dai nostri, abbiamo l’occasione di abbandonare le comode rassicurazioni di ciò che già sappiamo, riuscendo talvolta a volare alti e a guardare le cose con una visione più nitida e ampia.
Se non vogliamo limitarci a trasmettere qualche nozione, pur necessaria, dobbiamo trovare i modi e assumerci la responsabilità di appassionare bambine e bambini a scoprire nuove connessioni sperimentando insieme la bellezza del costruire insieme cultura” (pp.203-205).

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