Il NIDO

K. Oppel (2015), Il nido, Rizzoli, Milano.

Steve è un ragazzo di quindici anni “spaventato e strambo e apprensivo”, e spesso triste senza nemmeno sapere perché. Steve pensa di non essere come tutte le altre persone. Quelle normali.
Si sente guasto come il suo fratellino che è nato con qualcosa che non va “al cuore, agli occhi e al cervello”. Il piccolo, così si limita a chiamarlo Steve invece che con il suo nome -Theodore, deve essere aggiustato o meglio scambiato con un nuovo bambino perfetto che strane creature luminose, che gli appaiono in sogno, stanno fabbricando. 
La disabilità di Theodore irrompe nella vita di Steve e della sua famiglia in modo inaspettato e impetuoso generando rabbia, paura, dolore, stanchezza. Ma soprattutto obbliga Steve a fare i conti con la sua fragilità, con la sua sensibilità e limitatezza.
In questo splendido romanzo di Kenneth Oppel, Steve compie un percorso immaginifico tra visioni e sogni situati al confine tra visibile e invisibile che lo porterà a disfarsi della terribile e dolorosa etichetta di “normale” per poter assumere e abitare le molteplici dimensioni della fragilità. 
Sarà in grado di riconoscere anche la fragilità del fratellino e salvarlo dalle temute creature con ali chiare, leggere e sottili come la garza?


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