Repubblica luminosa
A.Barba,
Repubblica luminosa, La nave di Teseo, Milano, 2018
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Sono fatto di due cose che non possono
essere ridicole: un selvaggio e un fanciullo.
Paul Gauguin
Repubblica luminosa è un libro dello scrittore spagnolo Andrés Barba, pubblicato nel 2017.
Racconta,
in forma di cronaca, le vicende della piccola cittadina di San Cristobal che,
improvvisamente e silenziosamente, viene invasa da una banda di trentadue
bambini, dai nove ai tredici anni. Nessuno sa da dove vengano, hanno facce
da insetti, parlano una lingua incomprensibile nata in gioco, vivono per strada, affamati
e violenti, confondendosi con i bambini indigeni del posto. Vivono in gruppo,
come api che formano un alveare la loro vita sembra asservita a un insieme, a
una sorta di repubblica. Il loro arrivo sconvolgerà l’ordine della città ma
soprattutto metterà in discussione l’immaginario mellifluo del mondo adulto legato
all’infanzia, il mito dell’infanzia come paradiso perduto.
“Il
mito dell’innocenza infantile è una forma imbastardita, positiva e comoda del
mito del Paradiso Perduto. Santi, intermediari e vestali di tale religione
tascabile, i bambini vengono incaricati di rappresentare per gli adulti lo
stato di grazia originale” (p.30).
I
trentadue ragazzini, presenze reali o fantasmi nella cittadina tropicale, hanno
ben poco di tale grazia originale, sono diversi dagli altri bambini, in loro
sembra ci sia un’allegria e un senso di libertà a cui non potrebbero mai
aspirare i giochi regolamentati e pieni di divieti dei bambini di San
Cristobal. Forse hanno invaso la città per realizzare “il sogno infantile per
antonomasia: la ribellione contro l’organizzazione degli adulti” (p.66), per instaurare una nuova civiltà basata su un nuovo ordine di sentimenti, di
amore e odio, violenza e rabbia.
E
quando iniziano a diventare contagiosi, l’agente patogeno deve essere
debellato.
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