Educare l'anima
"É chiaro che stiamo parlando di educare l’anima, e non di inserire a
forza in ogni opinione un contenuto, dandogli espressione artistica. Perché
allora si avrebbe solo un lavoro cerebrale senza vita. Come abbiamo detto,
l’opera d’arte ha un’origine misteriosa. Se l’anima dell’artista è viva non ha
bisogno di teorie cerebrali. Trova da sola qualcosa da dire, qualcosa che
nemmeno l’artista in quel momento conosce. Gli dice quale forma usare e dove
trovarla (nella “natura” esteriore o in quella interiore). Ogni artista che si
ispira al cosiddetto sentimento sa che la forma che ha immaginato può
improvvisamente apparirgli ripugnante, e un’altra forma, giusta, può “da sola”
sostituirsi alla prima, rifiutata. Böcklin diceva che un’opera d’arte giusta
dev’essere come una grande improvvisazione, cioè che meditazione, costruzione,
composizione preliminare non sono uno stadio in funzione di un fine, perché il
fine deve risultare inaspettato all’artista stesso".
Wassily Kandinsky, Lo spirituale nell’arte, Se,
Milano, 1989, p.89.
Robert
Delaunay, Hommage à Blériot, 1914
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Wassily Kandinsky, Rot, 1924
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Paul
Klee, Port florissant (image de voyage), 1938
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Wassily
Kandinsky, Improvisation 35, 1914
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Jean
Dubuffet, Mire G 112 (Kowloon), 1983
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