La meraviglia dei bambini


“La meraviglia non è l’emozione fine a se stessa a cui alludono spesso i nomi dei parchi dei divertimenti: una sequenza senza fine di sorprese, forti emozioni e colpi di scena fondati sulla stranezza, l’incredibile, la bizzarria. La meraviglia è uno stato d’animo che nasce dal profondo e ha la straordinaria funzione di metterci in relazione con le cose, noi stessi, gli altri. La meraviglia è la chiave di volta dell’attenzione, del pensiero, della comprensione. Va coltivata e nutrita ogni giorno con intelligenza, pazienza, fiducia. La meraviglia, insomma, non è quella caratteristica leziosa e graziosa che gli adulti attribuiscono all’età infantile, espressione di un’ingenua e innocente ignoranza, presto e auspicabilmente sostituita dal “realismo”, inteso come capacità adulta di pensare le cose “come sono”.
La meraviglia dei bambini è un’attitudine della loro serietà, della loro pervicace necessità di comprendere e di amare, di conoscere e di entrare con intensità in relazione con se stessi e ciò che hanno intorno. E questo perché la meraviglia, per tutti, non solo per i bambini, rimane uno fra gli strumenti di crescita e sviluppo più importanti. Privarne gli esseri umani è una perdita, una sciagura irreparabile”.
G. Zoboli in S. Vecchini, Una frescura al centro del petto, Topipittori, Milano, 2019, pp. 73-74.

Benedetto Cacciatori, Piacere innocente, 1844

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