Pulisci i piedi e lavati le mani
Nella tradizione del teatro Nō gli attori giapponesi, prima di iniziare le prove, si danno il tempo di sbarazzare, sgombrare e pulire la sala in cui lavorano, secondo delle regole particolari (acqua fredda, uno strofinaccio di cotone, consapevolezza di sé e una determinata posizione del corpo). L’atto di pulirsi e di pulire lo spazio, che nella cosmogonia shintoista è legato alla creazione, è un atto positivo, potente, un modo di preparare la mente e il corpo a un lavoro disciplinato.
Pulisci
i piedi e lavati le mani è il titolo della mostra
dell’artista Andrea Sala, inaugurata ieri presso Schiavo Zoppelli Gallery a
Milano.
Pulisci
i piedi e lavati le mani è l’invito a compiere un rituale
che, attraverso la concentrazione che si genera nella ripetizione, dispone il
corpo-mente ad abitare il presente, lo prepara a una qualità di presenza autentica e a essere intenzionale,
essenziale e deciso (decidere etimologicamente significa tagliar via). Come
l’attore ricrea il vivente nell’azione tagliandosi fuori dalle pratiche
quotidiane (Barba, 1993), così Sala intensifica e amplifica il reale, gioca con
gli oggetti della quotidianità, compiendo gesti apparentemente semplici, che
attraverso l’esercizio e la ripetizione vengono raffinati fino a diventare arte. Sala sembra compiere un esercizio artigianale di pulizia non solo del
gesto artistico, ma anche dello spazio della galleria dal cui vuoto emergono le
sue opere pittoriche e scultoree, che uno sguardo frettoloso e non abituato ad
abitare il vuoto potrebbe non cogliere. E ogni opera pittorica chiede un tempo
vuoto per lasciarsi guardare e guidare lo spettatore nei suoi paesaggi visibili
e invisibili seguendo linee sinuose ed eleganti che paiono generate da
“griglie ortogonali e razionali” (Giannella, 2022), da una tecnica che, una
volta appresa, viene superata e rigiocata.
Pulisci
i piedi e lavati le mani è una mostra che ha richiamato la
nostra attenzione di professionisti dell’educazione, “artisti” della
cura che quotidianamente dovrebbero compiere il rituale di pulirsi i piedi e
lavarsi le mani prima di affacciarsi sulla scena formativa. Non nel senso della
pratica di sanificazione e igienizzazione imposta dall’attuale emergenza
sanitaria, ma nel gesto metaforico dell’attore, dell’artista, dell’educatore
che lascia fuori la quotidianità per entrare con rispetto e riguardo del suo
pubblico nello spazio extra-ordinario del teatro, dell’arte e dell’educazione.
24 marzo 2022 – 28 maggio 2022
SchiavoZoppelli Gallery
Via Martiri Oscuri 22 - Milano
Barba E. (1993), La canoa di carta, Il Mulino, Bologna.
Giannella D. (2022), Pulisci i piedi e lavati le mani, testo della mostra.
Oida Y. (1993), L’attore fluttuante, Editori Riuniti, Roma
Rossoni E. (2012), L’opera di distillazione di Peter Brook in Antonacci F. (a cura di), Corpi radiosi segnati, sottili. Ultimatum a una pedagogia dal “culo di pietra”, FrancoAngeli, Milano.
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