Linguaggi espressivi e performativi per la formazione degli educatori
Come gruppo di ricerca che si nutre del gioco e dei linguaggi performativi per innescare processi trasformativi nei contesti educativi e scolastici, condividiamo con piacere un articolo pubblicato recentemente sul Corriere della Sera:
L’articolo dà voce ai plurimi
percorsi formativi, a carattere espressivo-corporeo, che da diversi anni proponiamo
all’interno del Corso di Laurea in Scienze dell’Educazione (Università degli
Studi di Milano-Bicocca). Crediamo infatti che il mondo dell’educazione e della
formazione possa trarre dai linguaggi espressivi e performativi − come il circo
contemporaneo, la danza e il teatro − metodologie e tecniche capaci di tenere
vivo l’incontro tra uomo e mondo, corpo e mente, dimensione scientifica e
poetica.
In questa tensione, verso
contesti formativi volti a riconoscere e valorizzare altri linguaggi oltre
quello logico-razionale, invitiamo i partecipanti – studenti futuri educatori –
a togliere le scarpe abituali e a sperimentarsi camminando sul filo teso, giocando con
palline e cerchi, trasformando foulard e clavette.
L’intento non è di
formare futuri performer, funamboli o danzatori, quanto piuttosto di
esercitarsi, in qualità di professionisti dell’educazione e della formazione, a entrare in contatto con la dimensione dell’equilibrio e del disequilibrio, del limite e del rischio, e ad allenarsi a gestire l'imprevisto in un contesto tutelato e protetto.
Un cerchio magico
(Antonacci, 2019), quello del setting laboratoriale, spazio-tempo altro dalla realtà
ordinaria, in cui la vita può essere esplorata, interpretata, elaborata, perché
ancora più intensamente vissuta, non solo attraverso la parola, ma anche e
soprattutto mediante il corpo e il ricorso al gioco e ai linguaggi artistici (Schiavone,
2019; Antonacci e Schiavone, 2021).
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