Galleggiare

 


“Leggere come aliti di vento,

morbide come pensieri d’infanzia,

scoppiettanti come scintille,

formose e mutevoli come corpi danzanti.”

Quale potenza ludica sta nascosta dietro alle bolle di sapone?

Il bambino che rigonfia il petto trattenendo più aria possibile, pronto poi ad incanalarla perfettamente tra le fessure di quell’aggeggio sottile che tiene stretto tra le mani, rilasciando fino all’ultimo respiro per liberare magnifiche ed infinite bolle.

Sono di tutti i colori, cambiano a seconda di come incontrano la luce, scoppiettano improvvise sui nasi all’insù di chi le incontra e le ammira per terra e per cielo.

Invano il bambino cerca di acchiapparle, ma loro scappano, mutano, si infrangono, si uniscono.

Osservarle è un atto di immaginazione estremo, vi si possono scoprire mondi inaspettati, meravigliarsi della loro sfuggevolezza, del loro ondeggiare tra corpi.

Giocarci è coraggioso. Se le si insegue si può addirittura volare, roteare con loro fino a perdere l’equilibrio o abbandonarsi tra le soffici superfici delle nuvole.

Sfiorarle è un atto di cura, prestando attenzione a non interrompere l’atto prima della loro effettiva uscita di scena.

Crearle è un’arte per chi ancora sa meravigliar-si.

 

 


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