Io sono foglia
Forse arriviamo in ritardo a
presentarvi questo suggestivo e incantevole libro, che ha vinto il premio
Andersen nel 2021.
Forse, anche se siamo in autunno, non è il tempo climatico adeguato per parlare di foglie perché le stagioni sembrano essersi sfumate e diluite le une nelle altre.
Ma forse non esiste il momento giusto o l’età consigliata per scoprire e leggere un libro, che si pone alla nostra attenzione repentinamente o attraverso una lenta danza di corteggiamento e avvicinamento.
La passione per questo albo è sfociata improvvisa, per il testo e le immagini che si completano e compenetrano e che sembrano nate contemporaneamente dall’autore Angelo Mozzillo e dall’illustratrice Marianna Balducci.
Siamo foglie che ogni giorno si trasformano nel processo della vita, che cadono e riprendono il volo, che hanno bisogno di rinsecchirsi per poi rinascere, che si espongono all’avventura non senza la paura, che si lasciano guidare come velieri o prendono il timone da condottieri, che si sperimentano e assumono punti di vista differenti, che riescono e falliscono, che attendono di essere riconosciuti nella loro ciascunità.
Io sono foglia è una danza di parole, corpi, emozioni
e colori che dipingono la nostra costitutiva ambivalenza e fragilità. Una danza
sempre nuova e non convenzionale da ballare nel bosco con ogni bambino,
singolarmente e collettivamente, per celebrare la diversità e l’unicità di
ognuno, l’identità liberata dallo stereotipo che ingabbia (Canevaro, 2001).
Per approfondimenti
Canevaro A. (2001), «I bambini che si perdono nel bosco». Identità e linguaggi nell’infanzia (1976), La Nuova Italia, Scandicci (FI).
Forse, anche se siamo in autunno, non è il tempo climatico adeguato per parlare di foglie perché le stagioni sembrano essersi sfumate e diluite le une nelle altre.
Ma forse non esiste il momento giusto o l’età consigliata per scoprire e leggere un libro, che si pone alla nostra attenzione repentinamente o attraverso una lenta danza di corteggiamento e avvicinamento.
La passione per questo albo è sfociata improvvisa, per il testo e le immagini che si completano e compenetrano e che sembrano nate contemporaneamente dall’autore Angelo Mozzillo e dall’illustratrice Marianna Balducci.
Siamo foglie che ogni giorno si trasformano nel processo della vita, che cadono e riprendono il volo, che hanno bisogno di rinsecchirsi per poi rinascere, che si espongono all’avventura non senza la paura, che si lasciano guidare come velieri o prendono il timone da condottieri, che si sperimentano e assumono punti di vista differenti, che riescono e falliscono, che attendono di essere riconosciuti nella loro ciascunità.
Canevaro A. (2001), «I bambini che si perdono nel bosco». Identità e linguaggi nell’infanzia (1976), La Nuova Italia, Scandicci (FI).
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