Le buone stelle – Broker


 

Le buone stelle – Broker è l’ultimo film del regista giapponese Kore-eda Hiroka, premiato al 75° Festival di Cannes.
Crediamo sia un film necessario, non solo per chi quotidianamente opera in contesti educativi e di disagio sociale, ma per chiunque voglia provare a mantenere uno sguardo interrogante, riflessivo e critico sulla complessità e realtà del nostro presente che si vorrebbe bonificare e reinscrivere in un solo possibile, e per questo pericoloso, modello unilaterale.
Il film si apre con un’immagine buia e piovosa che sembra voler nascondere o proteggere il gesto di una giovane donna che abbandona il figlio neonato nella “baby box” di un orfanotrofio. Il bambino viene preso in custodia da due volontari del centro di accoglienza, due “broker buoni” che vendono clandestinamente i bambini per assicurargli un futuro migliore. La madre decide però di ritornare e intraprenderà un viaggio in compagnia dei due broker, di un bambino che scappa dall’orfanotrofio in cerca di una famiglia, due poliziotte e un altro malavitoso interessato al neonato. Le storie, ognuna singolare e travagliata (ma mai giudicata), dei personaggi si incontreranno e incroceranno in un viaggio insolito e pieno di imprevisti.
Come altri precedenti film del regista, Le buone stelle ci ricorda che non esiste “un unico modello di famiglia e non esiste un solo modo di essere genitori, esiste piuttosto una molteplicità di rappresentazioni riguardanti l’essere genitori e l’essere figli” (Moro, 2011, p.12). La famiglia non è solo quella tradizionale e fondata su vincoli di sangue o una certificazione legale, ma una famiglia si può costituire a partire dal desiderio di una scelta. Ognuna delle odierne forme ed espressioni molteplici di una famiglia pongono questioni nuove sul piano etico, politico, educativo.
Crediamo sia responsabilità di chi educa “riconoscere il carattere polisemico e polivalente del termine famiglia e che esistono differenti modi di intenderla, storicamente e culturalmente collocati; è importante esplicitare le teorie di riferimento e immagini relative alla famiglia (inevitabilmente influenzate dalla nostra esperienza personale) che guidano e determinano il nostro agire sulla scena formativa e assumere il ruolo instancabilmente curioso del ricercatore per provare ad accostarsi e comprendere il mondo complesso di ogni famiglia e di come i suoi membri lo costituiscono”.
Come già avevamo scritto per Affari di famiglia, “guardare e riguardare il film di Kore-eda costituisce un esercizio di sguardo che invita a mettere tra parentesi preconcetti e pregiudizi e restituisce il bisogno di accoglienza e la solidarietà generata da un legame autentico” (Rossoni, 2020, p.77).

 

Per approfondire

Moro, M.R. (2011). I nostri bambini domani. Per una società multicultuarle (2010). Milano: FrancoAngeli.
Rossoni E. (2020), Famiglie e legami, BAMBINI, 36(1), Gruppo Spaggiari, Parma, 77-77. 

 

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