Il gioco trasforma gli spazi

 


Lo spazio è uno degli elementi fondamentali costitutivi del dispositivo pedagogico.
Lo spazio ospita, accoglie oppure respinge, informa, determina l’accadere educativo.
L’organizzazione dello spazio dispone le relazioni interpersonali, gli scambi comunicativi e definisce le attività che in esso si possono o non si possono svolgere.
La strutturazione di un’aula universitaria sembrerebbe disporre i corpi di chi la abita per offrire un'unica possibilità di esperienza: i corpi degli studenti e delle studentesse incastonati tra i banchi inchiodati al pavimento non possono far altro che guardare, a una "giusta distanza" gerarchica, il corpo del docente sul podio.
Lo spazio è spoglio, essenziale, ordinato e sembra significare controllo, uniformità, immobilismo.

Durante un’esperienza laboratoriale rivolta agli studenti e alle studentesse del corso di Laurea triennale in Scienze dell’Educazione, presso il Dipartimento di Scienze umane per la Formazione “Riccardo Massa” dell’Università Milano-Bicocca, abbiamo aperto le porte dell’aula al gioco.



Il gioco ha ridisegnato lo spazio, tracciato nuove traiettorie, riposizionato i corpi, creato diverse possibilità di interazione e conoscenza. Gli studenti non erano più obbligati a dare le spalle ai compagni ma spontaneamente si sono disposti nella forma del cerchio, di quel cerchio magico che è il gioco. I corpi si sono alzati, si sono messi in movimento per percepirsi e percepire l'ambiente e il corpo degli altri. Si sono gradualmente avvicinati, radunati in squadre, si sono sentiti «parte di un gruppo di sconosciuti», hanno collaborato e si sono sfidati, si sono mossi a loro agio nell’incertezza del gioco (Costikyan, 2013), hanno sperimentato i loro limiti, fragilità e capacità. Attraverso l’immaginazione hanno abitato lo spazio in modi differenti “facendo finta di”, divertendosi e riscoprendo il piacere di giocare solo per il piacere di farlo.
Il gioco ha offerto l’opportunità di vivere un’esperienza «anticonvenzionale, alternativa», come è stata definita dagli stessi studenti.
Non posso che concludere ringraziando ognuno di loro e tutti per essersi resi disponibili a giocare e aver scoperto qualcosa di inedito, come ha restituito una studentessa alla fine del laboratorio.

«Mi sono sentita libera, ho fatto esperimenti con il mio corpo, ho condiviso tanto. Torno a casa con qualcosa di inaspettato».





Per approfondimenti

Antonacci F., Cappa F. (a cura di) (2001), Riccardo Massa: lezioni su «La peste, il teatro, l'educazione», Milano: FrancoAngeli.
Antonacci, F. (2012). Puer Ludens. Antimanuale per poeti, funamboli e guerrieri. Milano: FrancoAngeli.
Antonacci, F. (2019). Il cerchio magico. Infanzia, poetica e gioco come ghirlanda dell’educazione. Milano: FrancoAngeli
Costikyan G. (2022), L’incertezza nei giochi (2013), Città di Castello (PG),Edizioni Hypnos.
Mottana P. (a cura di) (2009), L’immaginario della scuola, Milano: Mimesis.
Palmieri C. (2011), Un’esperienza di cui aver cura…Appunti pedagogici sul fare educazione, Milano: FrancoAngeli.
Rossoni, E., Riva C. (a cura di) (2022). La Ludotecnica Inclusiva. Giocare con i bambini con disabilità come metodologia educativa. Milano: FrancoAngeli.


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