Il teatro dei centri estivi
Il mese di luglio si appresta ad
abbassare il sipario sugli scenari dei centri estivi. In questa stagione mi è
capitato di curare la regia e mettere in scena, insieme alle educatrici del
centro LudoL’ab – Centro Ludotecnica Inclusiva di L’abilità un’esperienza
educativa estiva. Domande, dubbi, pensieri entusiasti e complessi hanno guidato
l’ideazione e la progettazione di un centro estivo inclusivo.
Perché si rende ancora necessario esplicitare che un centro estivo può accogliere bambini con e senza disabilità? In relazione a quali criteri di esclusione alcuni centri estivi possono essere considerati non adeguati alla partecipazione di tutti e di ciascun bambino? (Riva, Rossoni, 2020 in Ferrante, Gambacorti-Passerini, Palmieri).
Provando a fare una ricerca sulla
città di Milano, risultano
significative le categorie indicate per la ricerca di un campo estivo:
DIDATTICA CREATIVITA’ INGLESE MUSICA TECNOLOGIA CUCINA NATURA AVVENTURA ANIMALI CRESCITA PERSONALE SPORT EQUITAZIONE VELA CALCIO PALLAVOLO TENNIS BASKET NUOTO DANZA GINNASTICA E CIRCO CINEMA E FOTOGRAFIA PARKOUR CAMPEGGIO MOUNTAIN BIKE E MOTO.
Quali parole sono state scelte?
Perché sono state indicate in questo ordine? Perché sono state utilizzate
queste parole e non altre? Perché è necessaria questa categorizzazione e specializzazione?
Perché è assente la parola GIOCO? Queste etichette consentono la partecipazione
di tutti?
Non abbiamo evidentemente la
pretesa di provare a dare qui una risposta esaustiva a tutte queste domande, ma
le manteniamo aperte per interrogare criticamente la cultura e le pratiche
educative.
Le parole scelte, che sono mappate positivamente nel nostro contesto culturale, prospettano a genitori, bambini e ragazzi esperienze accattivanti basate sui pilastri della performatività e dell’efficientismo. Anche in estate, quando le agende dei bambini si svuotano di impegni, non si può perdere tempo a giocare, o addirittura a fare niente – come suggeriscono il bambino di sei anni Calvin e la sua tigre Hobbes, ma conviene sfruttare il tempo per rinforzare gli apprendimenti, migliorare l’inglese, ampliare le competenze informatiche e digitali, cogliere ogni occasione per crescere, essere competitivi e meglio ancora vincenti, cool, prestanti e benestanti (Antonacci, 2019). Insomma, i mesi estivi devono diventare occasione di recupero per chi è rimasto indietro per poi proseguire a un passo sempre più spedito per rispondere alle aspettative prestazionali ed estetiche del mondo contemporaneo.
GIOCO DIVERTIMENTO SOCIALITA’
GRUPPO DIVERSITA’ DISABILITA’ NATURA
Queste le parole scelte per promuovere il Centro estivo di L’abilità svolto a Triuggio, piccolo comune della provincia di Monza e della Brianza. Più che sul fare, l’attenzione è stata posta su una differente modalità di essere e stare nel mondo. Non abbiamo riempito di attività le giornate dei piccoli partecipanti ma, attraverso un lavoro di programmazione minuto e artigianale, abbiamo creato uno spazio privilegiato per l'incontro, il gioco e il divertimento a cui ognuno ha partecipato a partire dalle proprie passioni e caratteristiche di funzionamento. Abbiamo istituito dei rituali e abbiamo modificato la nostra andatura, costitutivamente imperfetta e claudicante (Scardicchio, 2012), per raggiungere il laghetto dove attendere che un pesce abboccasse per poi riaccompagnarlo in acqua o il bosco dove rimanere sdraiati all’ombra creata dalle fronde degli alberi. L’incontro con la fragilità dell’altro ha rivelato l’incontro con la propria fragilità, che alcuni bambini necessitavano di riconoscere e comprendere nella loro identità per riscoprirsi bambini che non devono incessantemente rispondere alle aspettative del mondo adulto. Fondamentale è stata la presenza delle educatrici che hanno aperto spazi di rielaborazione attraverso la disponibilità ad accogliere le domande e le emozioni dei bambini e la mediazione di storie, giochi, opere artistiche.
Non si sono iscritte frotte di persone. Ventuno bambini con disabilità e tredici bambini senza disabilità sono saliti sul palcoscenico di un centro estivo che ha fatto da ponte verso nuove possibilità di stare insieme e abitare il mondo.
Perché si rende ancora necessario esplicitare che un centro estivo può accogliere bambini con e senza disabilità? In relazione a quali criteri di esclusione alcuni centri estivi possono essere considerati non adeguati alla partecipazione di tutti e di ciascun bambino? (Riva, Rossoni, 2020 in Ferrante, Gambacorti-Passerini, Palmieri).
DIDATTICA CREATIVITA’ INGLESE MUSICA TECNOLOGIA CUCINA NATURA AVVENTURA ANIMALI CRESCITA PERSONALE SPORT EQUITAZIONE VELA CALCIO PALLAVOLO TENNIS BASKET NUOTO DANZA GINNASTICA E CIRCO CINEMA E FOTOGRAFIA PARKOUR CAMPEGGIO MOUNTAIN BIKE E MOTO.
Le parole scelte, che sono mappate positivamente nel nostro contesto culturale, prospettano a genitori, bambini e ragazzi esperienze accattivanti basate sui pilastri della performatività e dell’efficientismo. Anche in estate, quando le agende dei bambini si svuotano di impegni, non si può perdere tempo a giocare, o addirittura a fare niente – come suggeriscono il bambino di sei anni Calvin e la sua tigre Hobbes, ma conviene sfruttare il tempo per rinforzare gli apprendimenti, migliorare l’inglese, ampliare le competenze informatiche e digitali, cogliere ogni occasione per crescere, essere competitivi e meglio ancora vincenti, cool, prestanti e benestanti (Antonacci, 2019). Insomma, i mesi estivi devono diventare occasione di recupero per chi è rimasto indietro per poi proseguire a un passo sempre più spedito per rispondere alle aspettative prestazionali ed estetiche del mondo contemporaneo.
Queste le parole scelte per promuovere il Centro estivo di L’abilità svolto a Triuggio, piccolo comune della provincia di Monza e della Brianza. Più che sul fare, l’attenzione è stata posta su una differente modalità di essere e stare nel mondo. Non abbiamo riempito di attività le giornate dei piccoli partecipanti ma, attraverso un lavoro di programmazione minuto e artigianale, abbiamo creato uno spazio privilegiato per l'incontro, il gioco e il divertimento a cui ognuno ha partecipato a partire dalle proprie passioni e caratteristiche di funzionamento. Abbiamo istituito dei rituali e abbiamo modificato la nostra andatura, costitutivamente imperfetta e claudicante (Scardicchio, 2012), per raggiungere il laghetto dove attendere che un pesce abboccasse per poi riaccompagnarlo in acqua o il bosco dove rimanere sdraiati all’ombra creata dalle fronde degli alberi. L’incontro con la fragilità dell’altro ha rivelato l’incontro con la propria fragilità, che alcuni bambini necessitavano di riconoscere e comprendere nella loro identità per riscoprirsi bambini che non devono incessantemente rispondere alle aspettative del mondo adulto. Fondamentale è stata la presenza delle educatrici che hanno aperto spazi di rielaborazione attraverso la disponibilità ad accogliere le domande e le emozioni dei bambini e la mediazione di storie, giochi, opere artistiche.
Non si sono iscritte frotte di persone. Ventuno bambini con disabilità e tredici bambini senza disabilità sono saliti sul palcoscenico di un centro estivo che ha fatto da ponte verso nuove possibilità di stare insieme e abitare il mondo.
Per approfondire
Antonacci F., Cappa F. (a cura di) (2001), Riccardo Massa: lezioni su «La peste, il teatro, l'educazione», Milano: FrancoAngeli.
Antonacci F. (2019). Il cerchio magico. Infanzia, poetica e gioco come ghirlanda dell’educazione. Milano: FrancoAngeli.
Riva C., Rossoni E. (2020), Educazione inclusiva e disabilità in Ferrante A., Gambacorti-Passerini M.B., Palmieri C. (a cura di), L’educazione e i margini. Temi, esperienze e prospettive per una pedagogia dell’inclusione sociale, Milano: Guerini.
Riva C., Rossoni E. (2022), "La Ludotecnica Inclusiva. Giocare con i bambini con disabilità come metodologia educativa", Milano: FrancoAngeli.
Scardicchio A.C. (2012), Il
sapere claudicante. Appunti per un’estetica della ricerca e della formazione, Milano:
Mondadori.
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