VACANZE DI QUARTIERE
“É un classico lunedí di un caldo giorno di agosto, al termine di un’intensa
giornata lavorativa mi accomodo sul piccolo sbagello del balcone per goder del
calar del sole e accogliere l’arrivo della sera. Chiudo per un momento gli
occhi sognando la campagna di casa, ora cosí lontana, lasciandomi
attraversare dalla nostalgia. Riaffioro, destata dal rumoreggiante vociare dei
bambini del palazzo. Aguzzo la vista e i miei occhi si ritrovano circondati da orme
bambine. Nel palazzo di fronte ci sono tre bambini, al sesto piano, con le
gambe penzoloni e ben aggrappati alla ringhiera che discutono animatamente di
quale specie siano i corvi svolazzanti sopra le loro teste, per poi disperdere la
loro immaginazione nei fuochi d’artificio che brillano a poca distanza da loro,
a festeggiamento di un gran matrimonio.
Nel cortile sottostante un gruppetto di bambini lancia la palla al cielo per
dare inizio ad un’accanita sfida, si azzuffano tra la polvere e il cemento,
esultano facendo goal nella porta progettata con due mattoni trovati per strada,
gridano e corrono per poi scappare nelle vie e nelle case dei vicini, come nel
più grande nascondino di quartiere che si rispetti.
Sul marciapiede bambine intrecciano fili per acconciarsi i capelli mentre
osservano attente i passi della terza compagna che si avvicina per mostrar loro
acrobazie con un hula hop di terza mano un po’ sbiadito,ma ancora colorato e perfettamente
volteggiante.
Penso a quanti bambini, come loro, trascorreranno le vacanze e l’ennesima
estate, negli stessi luoghi della loro quotidianità, a quanti viaggeranno
solo con l’immaginazione, a quanti si ingegneranno per rendere le vie dei
quartieri strabilianti e diverse, a quanti a loro modo, si godranno la pace di
potersi ritrovare per strada senza essere interrotti dallo sfrecciare delle
auto che durante l’anno interrompono fastidiosamente il loro gioco.
Nella mente affiorano le fotografie dell'artista Shirley Baker. Le cerco sul web per riportarle vivide in me.
Con la comparsa della Luna, le madri urlano ai figli parole a me sconosciute.
Dal profumo é pronta la cena ed io con loro, chiudo le finestre
per rincasare”.
(Shirley Baker - 70's)
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