Monster (L’innocenza) di Hirokazu Kore'eda


A pochi giorni dall’inizio di un nuovo anno scolastico e dalla riapertura dei servizi educativi non possiamo che nutrirci di immagini artistiche e poetiche che ci vengono incontro per soccorrere il nostro sguardo prosciugato e appiattito da ogni tentativo che tende a ridurre, razionalizzare, ordinare e uniformare la complessità dell’umano (Antonacci, 2019).

L’ultimo film del regista giapponese Kore'eda Hirokazu “Monster” (“L’innocenza” nella versione italiana) invita a compiere un esercizio di sguardo, una pratica e uno sforzo di attenzione guidati dal desiderio di conoscere la complessità dell’umano, dei suoi sogni, progetti, idee ed espressioni. Come professionisti dell’educazione non possiamo permetterci di emettere verdetti sulla base del “si è sempre fatto così” o di ingabbiare le persone dentro etichette univoche e definitive, ma dovremmo, come ci accompagna a fare Kore'eda, imparare a disattendere l’ovvio e il predeterminato e assumere, invece, uno sguardo attento, capace di sospendere il pensiero per rendersi disponibile, ricettivo e permeabile all’altro, dovremmo imparare a «contenere abbastanza vuoto, abbastanza spazio, per divenire terra d’accoglienza» (Lucchetti Bingemer in Weil, 2024, p.110) e lasciare che l’altro si manifesti come altro.

Farsi terra d’accoglienza è l’augurio per questo nuovo anno, per mantenersi curiosi, attenti, in movimento e in ricerca, sempre.

L'abito interiore del ricercatore – così come del formatore – richiede, allora, la medesima postura in movimento, il medesimo sguardo stroboscopico, che assumiamo al cospetto di un'opera d'arte: sperimentiamo che c'è qualcosa che sfugge alla nostra comprensione totale; e, soprattutto, è al suo cospetto che le nostre aspettative di regolarità, chiarezza, univocità, vengono disattese (Scardicchio, 2012, p. 4).

Sarà una festa vedrai le stelle

vedrai le parole scucirti gli occhi
e metterti i cerotti dove il sangue
di Persia macchia la stoffa bianca
(per il versamento dei colori chiedere
agli esperti, a chi versa versi
nei tombini
tenere quindi alla portata dei bambini).
Durante, 2023

Per approfondire

Antonacci F. (2019), Il cerchio magico. Infanzia, poetica e gioco come ghirlanda dell’educazione, Milano: FrancoAngeli.
Durante R. (2023), I bimbi sperduti, Torino:Einaudi.
Scardicchio, A. C. (2012). Il sapere claudicante. Appunti per un’estetica della ricerca e della formazione. Milano: Mondadori.
Weil S. (2024), Attenzione e preghiera, Milano: Meltemi.

 

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