More than kids di Valerio Berruti
Al
di là di ogni spiegazione e didascalia museale, attraversando la mostra “More than kids” di Valerio Berruti, incontriamo l’infanzia, attraversiamo i suoi
molteplici aspetti e possibili significati.
I bambini ingigantiti, disegnati, incompiuti, indefiniti, animati, scolpiti, abbracciati, silenziosi e chiassosi, proiettati come fili d’ombre sono lì, ci chiedono di essere guardati e pensati nella loro materialità, nella loro dimensione simbolica e nella loro poeticità (Antonacci, 2025).
I bambini ingigantiti, disegnati, incompiuti, indefiniti, animati, scolpiti, abbracciati, silenziosi e chiassosi, proiettati come fili d’ombre sono lì, ci chiedono di essere guardati e pensati nella loro materialità, nella loro dimensione simbolica e nella loro poeticità (Antonacci, 2025).
Sono
lì e sono qui, negli effetti che si riverberano dopo aver partecipato a un’esperienza
d’arte, per rinnovare il nostro immaginario adulto e ripulirlo dalle nostre
proiezioni. I bambini di Berruti si mostrano nella loro curiosità, giocosità, impertinenza, estaticità, fragilità, seduttività, nell’indifferenza e solidarietà, nell’attesa impaziente
di un nuovo cominciamento, di una nuova promessa (Idem).
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