Ri-guardare il limite e la fragilità
Ri-guardare
il limite e la fragilità
Un laboratorio a partire dalle collezioni del museo Nazionale di Fotografia per esplorare la dimensione delicata della vulnerabilità
dalle 16.00 alle 18.00
MUNAF - Museo Nazionale di Fotografia
in Villa Ghirlanda (via Frova, 10 - Cinisello Balsamo)
Per informazioni e iscrizioni: servizioeducativo@munaf.it
Il laboratorio è rivolto a professionisti dell’educazione
e della cura (insegnanti, educatori, operatori socio-sanitari, psicologi,
assistenti sociali, neuropsichiatri, logopedisti, neuropsicomotricisti dell’età
evolutiva, fisioterapisti).
In occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità il Museo Nazionale di Fotografia (MUNAF) e L’abilità Onlus propongono un laboratorio per provare a esplorare le dimensioni del limite e della fragilità, che ci accomunano nella condizione di esseri umani con l’obiettivo di avviare una riflessione e una sovversione dello sguardo nei confronti di chi è considerato “più diverso” da una presunta normalità e quindi sottoposto a forme di svilimento e inferiorizzazione.
Si esploreranno alcune immagini provenienti dall’archivio di MUNAF, senza la pretesa di una lettura critica, ma mettendosi in ascolto delle immagini con ri-guardo, rispetto, umiltà e lasciandole parlare.
Mentre
guardiamo le immagini, guardiamo i nostri preconcetti e i modelli determinati culturalmente,
socialmente e storicamente e che influenzano il nostro sguardo e determinano
pratiche e relazioni con l’altro.
Fermarsi
a guardare le fotografie - oggetti tangibili con una loro materia, un loro linguaggio,
una loro autorialità - diventa un gesto necessario, disorientante, a tratti sorprendente
per provare a riconoscere e valorizzare le differenze, intese come caratteristiche
individuali, sempre mutevoli e contingenti.
Il laboratorio
Il
laboratorio prevede una visita iniziale agli spazi di MUNAF, luogo
dinamico e relazionale che ospita questa esperienza partecipata fondamentale
per chi compie e si esercita, ogni giorno, nel gesto del guardare nei contesti
dedicati alla cura e all’educazione.
A
conclusione del laboratorio verrà presentato un progetto di ricerca che
attraverso le immagini, e in particolare attraverso il metodo del Photovoice,
ha provato a dar voce a famiglie migranti di bambini con disabilità con
l’intento di accogliere e valorizzare le narrazioni dei genitori, la
loro prospettiva sul gioco con la disabilità, risorse e criticità per arricchire
le risposte educative in termini di qualità e dignità della vita con il proprio
figlio.

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