Calvino in Kasa

 

Sono nato nel 1923 sotto un cielo in cui il Sole raggiante e il cupo Saturno erano ospiti nell’armoniosa Bilancia.

Così si legge sulla locandina affissa alla porta di un appartamento al sesto piano in via Largo De Benedetti 4 a Milano, presso uno degli spazi espositivi della Kasa dei Libri.
Forse questa frase sarebbe bastata a Italo Calvino per riassumere la sua autobiografia, che ha sempre cercato di aggirare e con la quale, diceva, di avere “un rapporto nevrotico”.

"Dati biografici: io sono ancora di quelli che credono, con Croce, che di un autore contano solo le opere. (Quando contano, naturalmente). Perciò dati biografici non ne do, o li do falsi, o comunque cerco sempre di cambiarli da una volta all’altra. Mi chieda pure quel che vuol sapere, e Glielo dirò. Ma non Le dirò mai la verità, di questo può star sicura".
Lettera a Germana Pescio Bottino, 9 giugno 1964

"Ogni volta che rivedo la mia vita fissata e oggettivata sono preso dall’angoscia, soprattutto quando si tratta di notizie che ho fornito io […] ridicendo le stesse cose con altre parole, spero sempre d’aggirarne il mio rapporto nevrotico con l’autobiografia".
Lettera a Claudio Milanini, 27 luglio 1985

Calvino in Kasa è una mostra organizzata in occasione del centenario della nascita dello scrittore, è un percorso a zig zag tra le opere di Calvino e “i libri degli altri”, che l’autore ha curato e recensito. Si tratta di un percorso che, come spiega Claudio Milanini nell’Introduzione per l’edizione dei Romanzi e racconti di Italo Calvino nei Meridiani Mondadori, sarebbe ingannevole ripercorrere in senso cronologico, “anche quando siano ben documentabili le date che segnano l’inizio e la fine delle stesure vere e proprie” (p. XXXVIII). Calvino procedeva nella scrittura concentrandosi su canali paralleli, teneva insieme e, al contempo, separava "tempi diversi in cui fermarsi o scorrere” (Ivi, p. XXXVII). Per esempio, alcune immagini di Il visconte dimezzato erano già state utilizzate in un racconto nato sui banchi del liceo oppure alcuni tratti dei personaggi delle Città Invisibili erano già stati definiti in una sceneggiatura cinematografica del 1960.  

Per questo, suggeriamo di visitare la mostra girandoci intorno, divagando, ritornando e soffermandosi su comode sedie, disposte qua e là, per sognare le parole e lasciarsi sognare tra gli spazi bianchi dell’immaginazione. Come si fosse a casa.
Tutti i libri si possono toccare, sfogliare, annusare, si scoprono molteplici edizioni dei testi che presentano copertine disegnate da diversi illustratori, prefazioni aggiornate sagacemente e beffardamente come quella per la prima edizione di Marcovaldo per le scuole.
“Prefazione seria e un po' noiosa d’un libro che non vuole essere tale, ragion per cui i nostri lettori possono benissimo saltarla (ma se qualche professore volesse leggerla vi troverà alcune istruzioni per l’uso) (Calvino, 1966, p.9).


Spesso Calvino è tornato sui suoi romanzi integrandoli con introduzioni e osservazioni varie, come se la struttura dei volumi in cui raccoglieva i suoi racconti non potesse mai considerarsi definitiva. “Nel 1965 in occasione della prima versione per ragazzi del Barone rampante, si è divertito a scrivere una nuova prefazione nascondendosi dietro lo pseudonimo di Tonio Cavilla, che altro non è che l’anagramma del suo nome e cognome” (da una didascalia al testo).


Vi invitiamo a proseguire il percorso tra le opere e i diversi registri e temi di scrittura di questo artista, che ha provato ed è riuscito ad affascinarci più con le sue storie e l’arte del narrare che con il culto della sua personalità e individualità (Mc Ewan, 2020).
E noi, amatori di storie, avvinti dall’impazienza, l’attesa e la voglia di un futuro immaginario abbiamo presentato, in questo blog, alcuni testi di Calvino (Il sentiero dei nidi di ragno, Le fiabe italiane, I disegni arrabbiati) e continueremo a suggerirveli.
“Libro per bambini? Libro per ragazzi? Libro per grandi? Abbiamo visto come tutti questi piani continuamente si intreccino. O piuttosto libro in cui l’Autore attraverso lo schermo di strutture narrative semplicissime, esprime il proprio rapporto perplesso e interrogativo, con il mondo. Forse anche questo. Ma presentando questo libro per le scuole, vogliamo dare ai ragazzi una lettura in cui i temi della vita contemporanea, sono trattati con spirito pungente, senza indulgenze retoriche, con un invito costante alla riflessione (Calvino,1966, p.11).

Calvino I. (1966), Marcovaldo ovvero le stagioni in città, Einaudi, Torino.
Calvino I. (1991), Romanzi e racconti, Meridiani Mondadori, Milano.
Mc Ewan I. (2020), Invito alla meraviglia, Einaudi, Torino, versione Kindle.

Calvino in Kasa

Kasa dei Libri (Milano)
18 gennaio – 6 aprile 2023  
Ingresso gratuito senza prenotazione
Lunedì-domenica ore 15-19
mostre@lakasadeilibri.it02.66989018

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